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Un parto in condizioni di igiene e benessere riduce il rischio di incidenza di ipocalcemia e Milk Fever nelle vacche da latte

La finestra di intervento per ridurre l’incidenza di Milk Fever è limitata

Il colostro ed il latte contengono un’elevata quantità di calcio. Il fabbisogno fisiologico di calcio nell’immediato post-parto risulta essere 5 volte maggiore rispetto alla fase di asciutta. Per compensare questa maggiore richiesta fisiologica, che allo stesso tempo si traduce in un calo dei livelli ematici di calcio, l’organismo mobilizza il calcio dalle ossa e cerca di aumentare l’efficienza di assorbimento intestinale del calcio fornito con la dieta. Questi processi richiedono un adattamento ormonale di 2-3 giorni.

Le vacche più anziane richiamano il calcio osseo in modo meno efficiente, perciò possono più frequentemente sviluppare problemi metabolici conseguenti all’ipocalcemia. L’incidenza di Milk Fever è infatti maggiore nelle pluripare.

Il pH e la produzione di LPS nel rumine, nell'intestino cieco e nelle feci di vacche alimentate con elevate quantità di cereali rispetto alle vacche di controllo. Aumentando il livello di amido, il pH è diminuito e l'LPS è aumentato sia nel rumine che nell'intestino posteriore (adattato da Li et al, 2012)39.

La maggior parte delle vacche che nell’immediato post-parto sviluppano ipocalcemia non mostrano segni clinici di Milk Fever, ma sono asintomatiche (Milk Fever subclinica). Si stima che per ogni caso clinico di Milk Fever nella mandria ci siano 4 casi di forme subcliniche35.

La forma subclinica della febbre da latte debilita il metabolismo e il sistema immunitario della vacca e si possono registrare diverse implicazioni negli aspetti produttivi e sanitari:

  • Diminuzione dell’assunzione di sostanza secca
  • Aumento dell’incidenza di chetosi
  • Minore produzione di latte
  • Aumento dell’incidenza di ritenzioni di placenta e di metriti con conseguente ipofertilità36
  • Aumento dell’incidenza di mastiti38
  • Aumento dell’incidenza della dislocazione dell’abomaso
  • Riduzione della responsività del sistema immunitario

Una corretta gestione della transizione che consenta di ridurre l’incidenza di Milk Fever, anche nella sua forma subclinica, è da considerarsi fondamentale nella prassi dell’allevamento della vacca da latte7, 27, 28. Bisogna ridurre le fonti di stress nel passaggio dall’asciutta alla lattazione per supportare il benessere della vacca32,33.

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