Lo stress da calore nelle mucche da latte può verificarsi anche in climi moderati
Lo stress da caldo nelle bovine da latte è spesso erroneamente considerato un fenomeno limitato alle regioni aride o tropicali del mondo. In realtà, anche nelle aree a clima temperato, come l’Europa o le zone costiere dell’America Latina e del Nord America, le vacche da latte possono essere soggette a stress termico durante i periodi più caldi e umidi dell’anno.
È noto che le bovine da latte diventano più resilienti allo stress da caldo se esposte con regolarità e per periodi prolungati. Questo implica che, laddove lo stress da caldo è meno frequente – come nei climi moderati – e i segni di disagio sono presenti solo per brevi periodi, le bovine potrebbero avere maggiori difficoltà ad adattarsi rispetto a quelle che vivono costantemente in condizioni tropicali.
I segni dello stress da caldo nei bovini possono manifestarsi già a temperature relativamente basse
Le vacche da latte cercano di mantenere una temperatura corporea di 38–39 °C. Rispetto alle specie monogastriche, le bovine da latte generano molto calore a causa dei processi metabolici. La zona termoneutra delle vacche da latte dipende dall’umidità relativa, ma è più bassa rispetto ad altre specie, aumentando così il rischio di stress da caldo.
Un metodo comunemente utilizzato per quantificare il rischio di stress termico nei bovini è l’Indice Temperatura-Umidità (THI, vedi Figura 1).
Questo indice si basa su dati raccolti in Arizona, dove la soglia di insorgenza dello stress da caldo nelle vacche da latte è un THI di 72. Tuttavia, nei climi temperati questa soglia può essere anche di soli 60, a dimostrazione del fatto che episodi di stress da caldo nei bovini possono verificarsi anche in paesi con clima moderato.
Figura 2: Variazioni della produzione di latte in vacche primipare al pascolo in relazione al THI.
Un calo della produzione di latte dovuto allo stress termico può iniziare già a un THI di circa 60.